Na leitura matinal dos jornais e na coleta de matérias sobre a literatura, a filosofia e outras disciplinas que elevam ou rebaixam o ser humano, encontrei uma obra prima da tolice humana, práticada por indivíduos a serviço...da ONU. A censura ideológica retorna, com força, no mundo intelectual. Imaginem os senhores, proibir Platão porque na República e nas Leis existem receitas de eugenia. Quem não é inadimplente em termos cerebrais, sabe muito bem o quanto aquelas doutrinas platônicas frutificaram no mundo, sobretudo em regimes totalitários. Mas apenas gente pior do que Hitler pensaria proibir a edição e leitura daquel gênio que, além de instaurar as bases da hedionda razão de Estado, soube fazer uma das diagnoses mais perfeitas das mazelas democráticas. Ler Platão exige pensamento, análise, prudência, saber. Ele ensina a pensar dialéticamente. Deixando Platão, que tal proibir a Política de Aristóteles porque nela se diz, com todas as letras, que homem pleno só o grego? E que tal proibir Santo Tomás de Aquino, porque ele retoma as doutrinas de Aristóteles sobre a mulher, ser inferior na escala antropológica segundo o pensamento metafísico? E que tal queimar a Filosofia do Direito e a Filosofia da História de Hegel, porque ele reserva um papel menor para a mulher e coloca fora do genero humano os negros? E o mesmo pode ser dito de Kant, Schelling, e outros. E que tal jogar no lixo os textos de Marx, porque ele tinha enorme desprezo pelos camponeses da India, apoiando os comerciantes e fabricantes ingleses de tecido? Um texto reúne todos os valores e contravalores de seu tempo e cultura. Agora, qual cultura possui apenas valores positivos, de modo que, a partir dela, as demais seriam expulsas da cena histórica? Respondam com honestidade, ou se calem. RR
in alternativa alcune parti del capolavoro andrebbero espunte dal testo
«Dante antisemita e islamofobo. La Divina Commedia va tolta dai programmi scolastici»
L'accusa di Gherush92 organizzazione di ricercatori consulente dell'Onu
ANTISEMITISMO - «La Divina Commedia - spiega all'Adnkronos Valentina Sereni, presidente di Gherush92 - pilastro della letteratura italiana e pietra miliare della formazione degli studenti italiani presenta contenuti offensivi e discriminatori sia nel lessico che nella sostanza e viene proposta senza che via sia alcun filtro o che vengano fornite considerazioni critiche rispetto all'antisemitismo e al razzismo». Sotto la lente di ingrandimento in particolare i canti XXXIV, XXIII, XXVIII, XIV. Il canto XXXIV, spiega l'organizzazione, è una tappa obbligata di studio. Il personaggio e il termine Giuda e giudeo sono parte integrante della cultura cristiana: «Giuda per antonomasia è persona falsa, traditore (da Giuda, nome dell'apostolo che tradì Gesù)»; «giudeo è termine comune dispregiativo secondo un antico pregiudizio antisemita che indica chi è avido di denaro, usuraio, persona infida, traditore» (così scrive De Mauro, Il dizionario della lingua italiana). Il significato negativo di giudeo è poi esteso a tutto il popolo ebraico. Il Giuda dantesco è la rappresentazione del Giuda dei Vangeli, fonte dell'antisemitismo. «Studiando la Divina Commedia - sostiene Gherush92 - i giovani sono costretti, senza filtri e spiegazioni, ad apprezzare un'opera che calunnia il popolo ebraico, imparano a convalidarne il messaggio di condanna antisemita, reiterato ancora oggi nelle messe, nelle omelie, nei sermoni e nelle prediche e costato al popolo ebraico dolori e lutti». E ancora, prosegue l'organizzazione, «nel canto XXIII Dante punisce il Sinedrio che, secondo i cristiani, complottò contro Gesù; i cospiratori, Caifas sommo sacerdote, Anna e i Farisei, subiscono tutti la stessa pena, diversa però da quella del resto degli ipocriti: per contrappasso Caifas è nudo e crocefisso a terra, in modo che ogni altro dannato fra gli ipocriti lo calpesti».
MAOMETTO - Ma attenzione. Il capolavoro di Dante conterrebbe anche accenti islamofobici. «Nel canto XXVIII dell'Inferno - spiega ancora Sereni - Dante descrive le orrende pene che soffrono i seminatori di discordie, cioè coloro che in vita hanno operato lacerazioni politiche, religiose e familiari. Maometto è rappresentato come uno scismatico e l'Islam come una eresia. Al Profeta è riservata una pena atroce: il suo corpo è spaccato dal mento al deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che insulta la cultura islamica. Alì, successore di Maometto, invece, ha la testa spaccata dal mento ai capelli. L'offesa - aggiunge - è resa più evidente perchè il corpo "rotto" e "storpiato" di Maometto è paragonato ad una botte rotta, oggetto che contiene il vino, interdetto dalla tradizione islamica. Nella descrizione di Maometto vengono impiegati termini volgari e immagini raccapriccianti tanto che nella traduzione in arabo della Commedia del filologo Hassan Osman sono stati omessi i versi considerati un'offesa».
OMOSESSUALI - Anche gli omosessuali, nel linguaggio dantesco i sodomiti, sarebbero messi all'indice nel poema dell'Alighieri. Coloro che ebbero rapporti «contro natura», sono infatti puniti nell'Inferno: i sodomiti, i peccatori più numerosi del girone, sono descritti mentre corrono sotto una pioggia di fuoco, condannati a non fermarsi. Nel Purgatorio i sodomiti riappaiono, nel canto XXVI, insieme ai lussuriosi eterosessuali. «Non invochiamo nè censure nè roghi - precisa Sereni - ma vorremmo che si riconoscesse, in maniera chiara e senza ambiguità che nella Commedia vi sono contenuti razzisti, islamofobici e antisemiti. L'arte non può essere al di sopra di qualsiasi giudizio critico. L'arte è fatta di forma e di contenuto e anche ammettendo che nella Commedia esistano diversi livelli di interpretazione, simbolico, metaforico, iconografico, estetico, ciò non autorizza a rimuovere il significato testuale dell'opera, il cui contenuto denigratorio è evidente e contribuisce, oggi come ieri, a diffondere false accuse costate nei secoli milioni e milioni di morti. Persecuzioni, discriminazioni, espulsioni, roghi hanno subito da parte dei cristiani ebrei, omosessuali, mori, popoli infedeli, eretici e pagani, gli stessi che Dante colloca nei gironi dell'inferno e del purgatorio. Questo è razzismo che letture simboliche, metaforiche ed estetiche dell'opera, evidentemente, non rimuovono».
CRIMINI - «Oggi - conclude Sereni - il razzismo è considerato un crimine ed esistono leggi e convenzioni internazionali che tutelano la diversità culturale e preservano dalla discriminazione, dall'odio o dalla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi, e a queste bisogna riferirsi; quindi questi contenuti, se insegnati nelle scuole o declamati in pubblico, contravvengono a queste leggi, soprattutto se in presenza di una delle categorie discriminate. È nostro dovere segnalare alle autoritá competenti, anche giudiziarie, che la Commedia presenta contenuti offensivi e razzisti che vanno approfonditi e conosciuti. Chiediamo, quindi, di espungere la Divina Commedia dai programmi scolastici ministeriali o, almeno, di inserire i necessari commenti e chiarimenti». Certo c'è da chiederci cosa succederebbe se il criterio proposto da «Gherush92» venisse applicato ai grandi autori della letteratura. In Gran Bretagna vedremmo censurato «Il mercante di Venezia» di Shakespeare? O alcuni dei racconti di Chaucer? Certo è che il tema del politicamente corretto finisce sempre più per invadere sfere distanti dalla politica vera e propria. Così il Corriere in un articolo del 1996 racconta come, al momento di scegliere personaggi celebri per adornare le future banconote dell'euro , Shakespeare fu scartato perchè potenzialmente antisemita Mozart perché massone, Leonardo Da Vinci perché omosessuale. Alla fine si decise per mettere sulle banconote immagini di ponti almeno loro non accusabili di nulla.
12 marzo 2012 (modifica il 13 marzo 2012)© RIPRODUZIONE RISERVATA
La proposta del comitato per i diritti umani «Gherush92»
Che Sciocco Censurare il «Razzista Dante»
Certo che se dovessimo estendere i nostri criteri del politicamente corretto a tutta la letteratura del passato, pochissimo si salverebbe. Dunque, suona insensata e letteralmente anacronistica la proposta avanzata dal comitato per i diritti umani Gherush92 di censurare la Divina commedia in quanto antisemita, razzista e omofoba. L'organizzazione internazionale, consulente delle Nazioni Unite e fautrice di progetti di educazione allo sviluppo, adotta sull'arte criteri retroattivi che cancellino millenni di storia e di conquiste culturali, omologando ogni secolo al nostro.
Il passato va ripulito, anzi depurato, a nostra immagine e somiglianza. I programmi scolastici saltino a pie' pari i passi danteschi che la presidentessa di Gherush92, Valentina Sereni, definisce «offensivi e discriminatori», per esempio il XXXIV dell'Inferno, in cui Giuda Iscariota (l'ebreo traditore secondo la tradizione biblica) viene raffigurato tra le fauci di Lucifero, a testa in giù. Per non parlare dei brani islamofobi, come quello che nel XXVIII della stessa cantica sancisce la condanna di Maometto, «seminator di scandalo e di scisma». E non poteva mancare l'omofobia, che suggerì al Sommo Poeta di collocare tra i dannati il suo maestro ser Brunetto Latini in quanto sodomita. Via tutto, dunque, e molto altro. Compreso il XXVI del Purgatorio in cui i «gay» vengono equiparati ai lussuriosi secondo natura?
Via, via, e non se ne parli più. All'inferno pure Dante, così impara a ragionare come un uomo del Basso Medioevo e non come una persona della nostra epoca. Ma la domanda è: cassiamo anche il ser Ciappelletto di Boccaccio, l'omosessuale malvagio che più non si può? E che fine farà Shakespeare, il cui pregiudizio sui Mori non è mai mascherato? E Cicerone, Orazio, Seneca e Sant'Agostino, tutti più o meno terrorizzati dal proselitismo ebraico («barbara superstitio»)? In realtà, la richiesta di Gherush92 rivela la pochissima fiducia negli insegnanti (non sarà razzismo anche questo?), che sarebbero incapaci di comunicare una banalità: la distanza che ci separa dalla cultura del passato. Avvicinare Dante a noi, depurandolo, sarebbe un imperdonabile peccato di antropofobia.
13 marzo 2012 | 9:54© RIPRODUZIONE RISERVATA