khamenei: inchiesta sui brogli. usa: «preoccupati»
Teheran, centinaia di migliaia in piazza «Spari sulla folla: ucciso manifestante»
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TEHERAN - Precipita la situazione post-elettorale a Teheran: nella capitale iraniana, una sparatoria durante l'imponente manifestazione pro-Mousavi ha fatto un morto e diversi feriti, provocando il panico tra le centinaia di migliaia di sostenitori del leader riformista (c'è chi parla di due milioni) che sono scese in piazza, sfidando i divieti governativi, per denunciare il presidente Ahmadinejad di brogli e chiedere nuove elezioni presidenziali. Momenti di tensione si sono registrati durante il corteo quando sono stati uditi alcuni spari, di cui ha parlato anche la tv di stato, mostrando le immagini di gente in fuga. La Bbc, citando un fotografo della Ap presente sul posto, sostiene che uno dei dimostranti è stato ucciso nel corso di scontri scoppiati a margine della manifestazione. Il fotografo ha riferito che ad aprire il fuoco sarebbe stata una milizia filo-governativa, dopo l'assalto di un gruppo di manifestanti, spiega un testimone, ad un edificio che ospita i membri della milizia Basij. Dopo la sparatoria nella centrale piazza Azadi, altri spari sono stati avvertiti in tre quartieri nella zona settentrionale della capitale.
AUDIO - «Un milione in silenzio, poi il boato» dall'inviato A. Nicastro
«PRONTO A NUOVE ELEZIONI» - In piazza è sceso lo stesso candidato riformista alle presidenziali, sconfitto ufficialmente il 12 giugno da Ahmadinejad. Mousavi si è detto pronto a partecipare a «nuove elezioni», aggiungendo che «il voto del popolo è più importante della persona di Mousavi o di chiunque altro». Il lunghissimo viale su cui hanno marciato i sostenitori di Mousavi è lo stesso su cui si svolsero tra il 1978 e il 1979 alcune delle più imponenti manifestazioni durante la rivoluzione contro la monarchia Pahlavi.
CHI CONTESTA I RISULTATI - Nel Paese cresce il fronte dei contestatori dei risultati delle presidenziali. L'ayatollah Khamenei, massima autorità religiosa del paese, ha ordinato un'inchiesta sull'accusa di brogli avanzata dall'opposizione (una prima risposta dovrebbe arrivare dal Consiglio dei guardiani entro una decina di giorni). Khamenei, che ha ricevuto Mousavi, lo ha invitato ad «agire con calma e seguendo le vie legali» e ha assicurato che sarà avviata un'indagine sui presunti brogli, sottolineando però che i disordini a Teheran sono il risultato di «provocazioni dei nemici che agiscono da dietro le quinte». L'opposizione iraniana «andrà avanti fino in fondo» per contestare l'elezione di Mahmud Ahmadinejad, ha dichiarato Zahra Rahnavard, la moglie di Mousavi. Anche l'ex presidente riformista e predecessore di Ahmadinejad, Mohammad Khatami, annunciando la sua partecipazione alla manifestazione ha chiesto l'annullamento dei risultati e un nuovo voto.
USA, UE E ONU -«La genuina volontà del popolo iraniano deve essere pienamente rispettata» è l'appello del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, il quale ha spiegato che le Nazioni Unite stanno seguendo da vicino la situazione del dopo-elezioni. «Preoccupazione» è stata espressa dalla Casa Bianca, mentre dall'Italia, il ministro degli Esteri Franco Frattini fa sapere che il nostro Paese «mantiene l'invito all'Iran» al G8 esteri di Trieste su Afghanistan e Pakistan, nonostante ciò che sta succedendo nel Paese dopo le elezioni presidenziali. I ministri degli esteri della Ue hanno chiesto congiuntamente a Teheran di avviare un'indagine sullo svolgimento delle elezioni e di rispettare il diritto degli oppositori a manifestare in modo pacifico. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha chiesto spiegazioni all'Iran sulle elezioni presidenziali e ha dichiarato che l'ambasciatore iraniano a Berlino è stato convocato per riferire della situazione.
MEDIA IMBAVAGLIATI - Il presidente Ahmadinejad ha deciso di rinviare a martedì la partenza per una visita in Russia. Il governo agisce intanto sul fronte dell'informazione. Il giornale di Mousavi, Kalameh Sabz, è stato messo al bando. Domenica la polizia, scrive il quotidiano riformista Sarmayeh, ha fatto irruzione nella sede del giornale, ha effettuato una perquisizione e sigillato l'edificio. Anche il giornale Velayat è stato costretto a sospendere la pubblicazione, sempre secondo Sarmayeh. In questo caso il provvedimento sarebbe legato alla pubblicazione di una caricatura non meglio precisata e a un reclamo per oltraggio ad Ahmadinejad. Il giornale Asr Eghtesad era stato censurato già sabato mattina poiché prevedeva di titolare «Il verde della primavera prosegue», con riferimento al colore del partito di Mousavi. Da domenica inoltre è vietato l'accesso a YouTube, dove erano stati pubblicati filmati degli scontri a Teheran ripresi con i telefoni cellulari. Presi di mira anche i media stranieri. Una troupe della tv pubblica spagnola Tve è stata costretta a lasciare il Paese dopo la copertura delle manifestazioni di protesta.
15 giugno 2009