A RAQQA STRAGE DI BAMBINI PER UN’AUTOBOMBA
Siria, jihadisti crocifiggono due uomini e mettono le foto su Twitter
L’atrocità sarebbe opera di Isis, gruppo estremista. Il Papa: «Ho pianto quando ho letto la notizia». E intanto il n.1 di Al Qaeda ordina ad Al Nusra il cessate il fuoco
Immagini
agghiaccianti che arrivano via YouTube e via Twitter. E che mostrano
due uomini crocifissi in piazza a Raqqa, in Siria. Così le fotografie
dei due corpi legati a una croce e lasciati lì davanti a tutti
rimbalzano di account e in account. «Abbiamo giustiziato sette spie che
tentavano di far scoppiare delle autobombe», è il messaggio che le
accompagna. Dietro questa atrocità ci sarebbero i qaedisti di Isis,
Stato islamico dell’Iraq e del Levante, gruppo jihadista che da mesi
combatte in Siria per la costruzione di uno Stato qaedista del Levante e
che in lotta con altre fazioni vicine ad Al Qaeda.
«Lol abbiamo un nuovo falso Gesù»
Nella prima fotografia (pubblicata su Thedailybeast)
si vede il corpo di un giovane, bendato, e legato a un palo e a un asse
di legno che formano una croce. Nella seconda, un uomo più grande
sempre con gli occhi bendati da un fazzoletto insanguinato mentre un
bambino lo guarda. Nella terza (diffusa da FoxNews)
alla seconda vittima è stato appeso un cartello al collo. Non è
chiaro se questi due uomini siano membri di gruppi rivali di Isis (come
Al-Nusra, altra formazione jihadista) e se appartengano a fazioni pro
Assad. È plausibile pensare che siano stati uccisi altrove e i corpi poi
esposti in pubblico in segno di minaccia, una pratica spesso usata dai
gruppi qaedisti. Le foto sono state diffuse e ritwittate dagli account
dei jihadisti molto attivi sui social network. «LoL, abbiamo un nuovo
falso Gesù», scrive un combattente. «Le spie come loro si sono pisciate
addosso dalla paura quando li abbiamo legati alla croce», cinguetta
qualcun altro. Difficile verificare anche i dettagli della foto, le
immagini sono molto strette. Ma, come riporta Foxnews, un ribelle (e
dunque membro del Free Syrian Army) spiega di aver assistito
all’esecuzione. Ciò che è certo è che Isis da tempo combatte nella zona
di Raqqa, città strategica in quanto si trova nel centro della Siria. E
che mentre sale la tensione in vista delle elezioni del 3 giugno, sono
morte più di 150 mila persone dall’inizio del conflitto nel marzo del
2011. Sulla vicenda è intervenuto anche il Papa che durante la Messa
presieduta a Santa Marta, ha detto: «Ho pianto quando ho visto sui
media» la notizia di «cristiani crocifissi in un certo Paese non
cristiano. Anche oggi c’è questa gente che, in nome di Dio, uccide,
perseguita»
Scontri tra jihadisti ed elezioni
Nel
frattempo il leader di Al Qaeda, Ayman al-Zawahiri, ha ordinato al
fronte al-Nusra, gruppo affiliato operativo in Siria, di «cessare
immediatamente i combattimenti» con i gruppi jihadisti rivali.
L’imposizione è contenuta in un messaggio audio pubblicato stamane
online ed è rivolta al capo di al-Nusra, Abu Mohammed al-Jolani. Gli
scontri tra i gruppi ribelli in Siria, in particolare tra Isis e Al
Nusra, hanno fatto migliaia di morti da gennaio. Il leader di Al Qaeda
ha esortato Al-Nusra a impegnarsi a «combattere i nemici dell’Islam, in
particolare baathisti, sciiti e i loro alleati». Il Baath è il partito
del presidente Assad, che può contare sul sostegno dei combattenti di
Hezbollah, il movimento sciita libanese considerato eretico da al-Qaeda.
Zawahiri aveva già preso posizione rispetto agli scontri tra al-Nusra e
l’Isil, intimando al capo di quest’ultimo, Abu Bakr al-Baghdadi, di
restringere le attività del gruppo alla sua zona d’origine in Iraq.
Un’indicazione ribadita nel messaggio di stamane, in cui Zawahiri lo
esorta a impegnarsi a «colpire l’Iraq, che richiede da te il doppio
degli sforzi». Inoltre sempre nella zona di Raqqa sono morti in 18
morti, fra cui 11 bambini. Gli attacchi sono avvenuti precisamente a
Jabreen e Humayri, che sono sotto il controllo del governo.
L’Osservatorio siriano per i diritti umani riferisce di 15 morti. I
bilanci divergenti sono frequenti dopo attentati di grandi proporzioni.
Al momento non c’è nessuna rivendicazione ma nelle ultime settimane i
ribelli del Fronte Nusra, legati ad al-Qaeda, hanno rivendicato diversi
attacchi bomba. I villaggi si trovano a 19 chilometri di distanza l’uno
dall’altro, circa 20 minuti, e non è chiaro se si sia trattato di
attacchi coordinati.