VATICANO
Francesco: dobbiamo essere come chiediamo
agli altri. E’ la «Conversione del Papato»
E’ uscita in tutto il mondo “Evangelii Gaudium”: testo ampio e significativo dei primi otto mesi di papa Bergoglio
Papa Francesco CITTÀ DEL VATICANO -
“Dal momento che sono chiamato a vivere quanto chiedo agli altri, devo
anche pensare a una conversione del papato”. È un documento decisivo,
l’esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium”, la
“gioia del Vangelo”, che esce oggi in tutto il mondo. Una sorta di prima
enciclica del pontefice, considerato che la Lumen Fidei uscita a giugno
era la rielaborazione di un testo già scritto in gran parte da
Benedetto XVI. Un testo ampio e denso che rappresenta una summa dei
primi otto mesi del magistero di Bergoglio, dalla Chiesa aperta e in
cammino verso le periferie alla opzione preferenziale per i poveri. E,
in particolare, affronta il tema della riforma della Chiesa e
dell’esercizio del Primato di Pietro, una “conversione” dello stesso
papato: “A me spetta, come Vescovo di Roma, rimanere aperto ai
suggerimenti orientati ad un esercizio del mio ministero che lo renda
più fedele al significato che Gesù Cristo intese dargli e alle
necessità attuali dell’evangelizzazione” Francesco ricorda che già
Wojtyla chiese di essere aiutato a trovare «una forma di esercizio del
primato che, pur non rinunciando in nessun modo all’essenziale della sua
missione, si apra ad una situazione nuova». E scrive: “Siamo avanzati
poco in questo senso. Anche il papato e le strutture centrali della
Chiesa universale hanno bisogno di ascoltare l’appello ad una
conversione pastorale.
IL CONTRIBUTO DELLE CHIESE PATRIARCALI -
Il Concilio Vaticano II ha affermato che, in modo analogo alle antiche
Chiese patriarcali, le Conferenze episcopali possono ‘portare un
molteplice e fecondo contributo, acciocché il senso di collegialità si
realizzi concretamente’. Ma questo auspicio non si è pienamente
realizzato, perché ancora non si è esplicitato sufficientemente uno
statuto delle Conferenze episcopali che le concepisca come soggetti di
attribuzioni concrete, includendo anche qualche autentica autorità
dottrinale”. Collegialità, sinodalità. La Chiesa deve decentralizzarsi,
scrive il Papa: “Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare,
complica la vita della Chiesa e la sua dinamica missionaria”.
AUDACIA È
una delle parole che compare più di frequente. “La pastorale in chiave
missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è
fatto sempre così”. Invito tutti ad essere audaci e creativi in questo
compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi
evangelizzatori delle proprie comunità”, scrive Francesco. “Esorto
tutti ad applicare con generosità e coraggio gli orientamenti di questo
documento”.
SACRAMENTI Nel documento c’è anche un passaggio che
potrebbe annunciare un cambiamento anche per i divorziati risposati,
esclusi dalla Comunione. “La Chiesa è chiamata ad essere sempre la casa
aperta del Padre.
TUTTI PARTECIPINO ALLA VITA ECCLESIALE -Uno
dei segni concreti di questa apertura è avere dappertutto chiese con
le porte aperte. Cosi che, se qualcuno vuole seguire un mozione dello
Spirito e si avvicina cercando Dio, non si incontrerà con la freddezza
di una porta chiusa”, dice il Papa. E aggiunge: “Ma ci sono altre porte
che neppure si devono chiudere. Tutti possono partecipare in qualche
modo alla vita ecclesiale, tutti possono far parte della comunità, e
nemmeno le porte dei Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione
qualsiasi. Questo vale soprattutto quando si tratta di quel sacramento
che è “la porta”, il Battesimo. L’Eucaristia, sebbene costituisca la
pienezza della vita sacramentale, non è un premio per i perfetti ma un
generoso rimedio e un alimento per i deboli”. Di qui l’invito a
riconsiderare la faccenda: “Queste convinzioni hanno anche conseguenze
pastorali che siamo chiamati a considerare con prudenza e audacia. Di
frequente ci comportiamo come controllori della grazia e non come
facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove
c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”.
26 novembre 2013