La notizia data da Chavez e da media vicini al capo dello stato destituito
Zelaya ha trovato rifugio nell'ambasciata brasiliana nella capitale Tegucigalpa
Honduras, rientrato il presidente deposto
"Veniamo a dialogare e in pace"
Il governo insediatosi dopo il colpo di stato ha decretato il coprifuoco
Zelaya nell'ambasciata brasiliana
TEGUCIGALPA - Manuel Zelaya, il presidente honduregno deposto tre mesi fa con un colpo di stato, è tornato in patria nonostante il mandato d'arresto spiccato dal nuovo governo nei suoi confronti. Per ore si sono susseguite notizie contrastanti e smentite. Poi è stato chiaro che l'ex leader era effettivamente a Tegucigalpa, nella sede dell'ambasciata brasiliana: la conferma è arrivata dal ministero degli Esteri di Brasilia e dalla stessa sede diplomatica. E qualche ora dopo l'esecutivo insediatosi dopo il golpe, guidato da Roberto Micheletti, ha imposto il coprifuoco dalle 16 alle 6 "per mantenere la calma in tutto il Paese". Una decisione giunta mentre migliaia di sostenitori di Zelaya circondavano l'ambasciata brasiliana sotto gli occhi di un centinaio di agenti in assetto antisommossa.
"Veniamo a dialogare e in pace", ha successivamente assicurato Zelaya, in un'intervista alla Cnn da Tegucigalpa. Il presidente destituito ha d'altra parte sottolineato di "non aver ancora contattato i ministri" del governo de facto di Roberto Micheletti. "Il dialogo è un processo, ora riceverò i rappresentanti della resistenza", ha aggiunto, precisando di aver già sentito alcuni presidenti latinoamericani e che presto parlerà con il capo dello Stato brasiliano, Lula. Il presidente deposto honduregno ha inoltre annunciato che domani arriverà a Tegucigalpa il segretario generale dell'Organizzazione degli stati americani, Josè Miguel Insulza.
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"Veniamo a dialogare e in pace", ha successivamente assicurato Zelaya, in un'intervista alla Cnn da Tegucigalpa. Il presidente destituito ha d'altra parte sottolineato di "non aver ancora contattato i ministri" del governo de facto di Roberto Micheletti. "Il dialogo è un processo, ora riceverò i rappresentanti della resistenza", ha aggiunto, precisando di aver già sentito alcuni presidenti latinoamericani e che presto parlerà con il capo dello Stato brasiliano, Lula. Il presidente deposto honduregno ha inoltre annunciato che domani arriverà a Tegucigalpa il segretario generale dell'Organizzazione degli stati americani, Josè Miguel Insulza.
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Nel precisare di voler "contribuire in modo pacifico" al ritorno della democrazia in Honduras, Zelaya ha ricordato le elezioni in programma il 29 novembre nello stato centroamericano: "Siamo stati proprio noi a convocare le elezioni, poi c'è stato il golpe. Tutti i miei ministri hanno ordini di cattura, io ne ho 27. Mi domando però come si potrà andare alle elezioni con trasparenza in queste condizioni, con la repressione in atto contro molti settori del paese".
La notizia del rientro di Zelaya era stata data dal leader venezuelano Hugo Chavez e da mezzi di informazione vicini all'ex capo di Stato, secondo i quali l'ex capo dello Stato si trovava nella sede dell'Onu nella capitale Tegucigalpa. Poco dopo erano arrivate le smentite del presidente de facto Roberto Micheletti, che aveva parlato di "terrorismo mediatico" e della portavoce delle Nazioni Unite in Honduras Ana Elsy Mendoza. Successivamente la moglie di Zelaya, Xiomara Castro, aveva detto che il marito era nell'ambasciata brasiliana. Quindi era arrivata la conferma delle autorità di Brasilia che auspicano una nuova fase negoziale.
Già una volta Zelaya aveva rimesso piede entro i confini honduregni, tornando però velocemente sui suoi passi mentre la polizia sparava lacrimogeni contro i suoi sostenitori. Il presidente deposto dovrebbe parlare all'Onu dopodomani in rappresentanza del suo Paese.